di Rosario Balestrieri

La zona di Soccavo è animata da varie specie di animali selvatici, che potrebbero trovarsi in difficoltà. Dai gabbiani reali, che nidificano sui tetti del Rione Traiano o che si alimentano dai cassonetti traboccanti negli angoli bui del quartiere; alle tortore e i colombacci, che ormai tubano ovunque ci sia un albero. E non mancano i piccoli passeriformi come merli, verzellini, cardellini, verdoni e pettirossi, che si muovono fra le siepi e le chiome dei pochissimi spazi verdi che caratterizzano la nostra municipalità.

Se puntiamo lo sguardo verso la collina dei Camaldoli, sotto la quale il nostro quartiere trova riparo, oltre a notare segni degli incendi – che ogni anno inceneriscono quel poco di vegetazione che prova a crescere-, si possono osservare anche specie di dimensioni maggiori, come poiane, gheppi, corvi imperiali e falchi pellegrini.

Nel nostro quartiere, la fauna non annovera solo uccelli, ma nonostante nulla venga fatto per evitarne l’estinzione locale, resiste qualche individuo di volpe, di riccio e di biacco (serpente comunemente chiamato biscia) nella zona fra i Camaldoli e Monte Sant’Angelo. Animali, che di norma risultano “invisibili”, completamente nascosti dal velo d’indifferenza che solitamente caratterizza chi abita in città e che vede solo ciò a cui la tv o i social danno importanza.

Questo contesto fa sì che ci si accorga degli animali selvatici solo se impattano sul muro del nostro disinteresse e ne restano feriti. In quel caso ci fermiamo e, seppur non sappiamo nulla su quella specie, ci accorgiamo che è in difficoltà. A quel punto, la maggioranza delle persone che si ritrova di fronte un animale selvatico in difficoltà, come un gabbiano per strada con un’ala rotta o un piccolo rapace caduto dal nido, prende il cellulare, ma non per chiamare un veterinario a cui chiedere informazioni, ma per girare un video da pubblicare su Facebook. Solo alcuni si decidono a fare qualcosa, ma non sapendo cosa, fanno partire una lunga catena telefonica, che inizia con l’amico delle elementari o il cugino che da bambino era un fan di Piero o Alberto Angela.

800 178 400 è questo, il numero verde istituito in Campania per il soccorso della fauna selvatica, che fornisce tutte le indicazioni sul come operare per salvare l’eventuale animale in difficoltà. Il Centro di Recupero Fauna Selvatica si trova presso il Frullone, quindi abbastanza vicino al nostro quartiere.

Come abbiamo specificato all’inizio dell’articolo, la componente più abbondante della fauna presente nella nostra zona sono gli uccelli e una delle maggiori cause di ferimento di questi ultimi è lo scontro con le vetrate. Per ovviare a questo possibile impatto negativo sull’avifauna, si possono posizionare delle sagome alle finestre o altri dissuasori disponibili sulla pagina fb: impattozeroforbirds.

 

 

 

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