Luigi Balestrieri apre il cassetto dei ricordi snocciolando aneddoti su Maradona&co  

 

 

C’è un filo neanche troppo sottile che lega Soccavo a D10S e al Napoli. E il motivo principale risiede nella presenza nel quartiere del Campo Paradiso, un tempo “casa” della squadra azzurra, oggi, ridotto in rovina. Una struttura, che ha sì ospitato gli allenamenti dei nostri beniamini, ma che per una serie di eventi fortuiti, ha visto anche la nascita di tanti legami spontanei tra calciatori e abitanti della zona.

Uno di questi è Luigi Balestrieri, 80 anni appena compiuti e un passato da trasportatore, che dal 1972 ama trascorrere il proprio tempo libero nel suo appezzamento di terra posto proprio di fronte al Campo Paradiso. Lui, di ricordi e aneddoti riconducibili a Maradona&co, ne ha a bizzeffe e ama rispolverarli ogni volta che qualcuno gli chiede “dei bei tempi”.

“Con Diego si scherzava tanto – inizia a raccontare -. Sapesse quanti buffetti dietro al collo ha preso da me bonariamente, mentre gli urlavo di “mettere la testa a posto”. Lui rideva e mi rispondeva a tono, anche in napoletano. Era allegro ed estroso. Un personaggio particolare, unico, direi. Difficile trovarne un altro come lui. L’ho detto anche alla figlia Dalma, che di recente è passata da queste parti. Fondamentalmente, era simpatico e disponibile. Poi, certo, poteva capitare qualche giornata no. Ma chi non ne ha mai avute?”.

Tantissime, le volte che Luigi ha avuto modo di interagire col Pibe de Oro: “Non ero tra i tifosi che si appostavano nei paraggi anche giornate intere per chiedere foto e autografi. Io, che a Soccavo sono nato e ho sempre vissuto, semplicemente, quando non lavoravo, venivo nel mio terreno per rilassarmi e capitava che ci incontrassimo per caso, qui fuori. Comunque, l’immagine di Diego che porterò sempre con me è quella in cui si divertiva a palleggiare coi “purtuall” (le arance ndr) del mio giardino. Uno vero spettacolo! Foto insieme, purtroppo, non ne ho. Non era come oggi, che prendi il telefonino e scatti subito un selfie”.

Ma i ricordi del signor Balestrieri, legati soprattutto al Napoli degli anni Ottanta, non si limitano a Maradona. “Di calciatori e allenatori, ne ho conosciuti tanti. Da Luciano Castellini a Ciro Ferrara, da Luciano Marangon a Peppe Bruscolotti e, poi, Ruud Krol, che una volta portai con me in camion fino a Taranto. Con lui – continua – il discorso cadeva spesso sugli autocarri, visto che il padre era del settore”.

Infine, ricorda i tempi d’oro del Campo Paradiso, ormai ridotto ai minimi termini: “Rispetto ad allora è irriconoscibile. A parte le erbacce, è stato ridotto a una discarica e saccheggiato. Hanno rubato dalle caldaie ai tombini. Non è rimasto praticamente più nulla. Di tanto in tanto, pare che qualcosa si muova e che la possibilità di rivedere aperta la struttura come ai tempi d’oro stia per concretizzarsi, ma poi… Comunque, vada, mi auguro che almeno si faccia un po’ di pulizia. La situazione è diventata insostenibile”.

Quando si parla di Diego&co, Luigi è un fiume in piena traboccante di episodi, che potrebbero riempire tranquillamente un libro.

Lo salutiamo, con la promessa di tornare presto per farci raccontare altre chicche, ma prima di lasciarci, ci anticipa che su dei muri del suo terreno dovrebbero presto prendere forma e colore nuovi murales dedicati all’indimenticato e indimenticabile Maradona.

 

Luigi Balestrieri, mentre le il suo articolo su Soccavo Magazine

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