Racconti e speranze di imprenditori e commercianti del quartiere
di Tommy Totaro
Paura, rabbia, tristezza, confusione, ansia… Alzi la mano chi, in piena pandemia dovuta al Covid -19, non si è ritrovato, suo malgrado, a dover fare i conti con almeno una di queste emozioni e lo sconforto di non riuscire ad immaginare se e quando sarebbe tornato tutto come prima.
Di sicuro è pesata, a chi più a chi meno, la mancanza di libertà, con l’obbligo di rimanere in casa per un periodo lunghissimo, senza poter vedere amici e familiari. Impossibilitati a fare fitness, passeggiate, andare a scuola o a lavoro.
I più fortunati hanno avuto la possibilità di cimentarsi con lo smart working, tanti invece sono stati licenziati o messi in cassa integrazione, così come alcune attività si sono viste costrette ad abbassare per sempre le saracinesche.
Una fase irreale… quasi da film – con strade deserte e negozi in gran parte chiusi – che pian piano però ci stiamo lasciando alle spalle, con le dovute precauzioni, facendo spazio all’ottimismo e alla speranza di poter tornare finalmente a una “vita normale”.
Un periodo assurdo, difficile da dimenticare, che anche Soccavo e i suoi abitanti hanno vissuto con forza.
Ecco com’è stato affrontato e cosa si aspettano ora alcuni dei protagonisti del quartiere. Commercianti e non solo, ai quali abbiamo chiesto, tra l’altro, come hanno vissuto il lockdown, qual è stato il pensiero più ricorrente durante la fase acuta della pandemia, come sta andando ora, se credono in una ripresa totale, se i clienti hanno ancora paura ed infine le azioni che hanno messo personalmente in atto per tutelare se stessi, i dipendenti e i clienti.
“Durante quel periodo – spiega Giovanni Vivenzio di Autonautica Epomeo – abbiamo tenuto aperta, con tutte le attenzioni necessarie, solo l’officina per le emergenze. L’apprensione in quei giorni era palpabile e la speranza era soprattutto quella di non infettarsi. Ora, lentamente stiamo tornando alla normalità. Sono convinto che ce la possiamo fare e speranzoso, come tanti altri imprenditori. Ci riprenderemo. Anche se molti clienti sono ancora intimoriti”.
Ha ripreso l’attività dopo la chiusura dovuta al coronavirus anche la Gastronomia da Marina, la cui titolare racconta: “Noi siamo rimasti completamente chiusi vivendo un periodo bruttissimo sia per la paura del contagio, ma anche per l’incertezza del post Covid. Il pensiero costante – continua – è stato il dolore per il numero dei morti ed ora c’è ancora incertezza per le troppe notizie contrastanti che trasmettono i vari epidemiologi. Confondono le idee. C’è chi sostiene che i contagi continuino, chi prevede un ritorno più esteso in autunno”.
Tra i negozi rimasti aperti anche nella fase “clou” c’è l’erboristeria Zenzero & Cannella. “Nel periodo “caldo” – racconta Rita Vitale – vigeva tanta incertezza. Speravo solo passasse tutto in fretta. La ripresa è lenta, mi auguro si velocizzi. Per fortuna i clienti hanno imparato a convivere con l’emergenza Covid, sono rispettosi delle regole. In erboristeria, sia per la tutela degli acquirenti che mia abbiamo gel mani, scudo sul banco e disinfestazione giornaliera”.
E, a dire la sua in merito è anche Lello Vestuto del negozio Slax: “Siamo rimasti chiusi dal 10 marzo al 18 maggio con l’incertezza e la paura che tutto sarebbe stato irrecuperabile. Pensavo, soprattutto, alla salute dei miei cari. Alla riapertura abbiamo riscontrato un calo del 40/50%. Molti clienti hanno ancora paura. Credo, comunque – conclude Vestuto – che questa situazione debba essere presa come volano per un nuovo modo di vivere professionalmente ed umanamente”.
Maria Basco – L’angolo del caffè
“La mia attività è rimasta aperta durante il lockdown. Ho chiuso volontariamente (per paura) solo una settimana. È stato un periodo terribile. Ero una “fortunata” potevo lavorare, ma la paura era tantissima. Tremavo al primo starnuto o colpo di tosse. Temevo chiunque si avvicinasse troppo, lavavo spasmodicamente il banco e tutto ciò che poteva entrare in contatto col pubblico. Se avessi potuto pulire l’aria con la varecchina, l’avrei fatto! Lavoravo sol di mattina perché il pomeriggio temevo anche per le rapine, considerato che non c’erano persone in strada.
Ora sembra essere tornati alla normalità, ma a me la paura non è passata. Le persone sono di sicuro più tranquille e positive, c’è ancora chi, come me, è attentissimo alla pulizia e al contagio, ma tanti altri sembra non abbiano mai visto un tg. È un momento di gran confusione.
Per tutelare me e i clienti ho delimitato gli spazi del negozio. Si entra, ancora oggi, solo con la mascherina e invito a non toccare niente se non hanno prima disinfettato le mani. Ho montato un plexiglass sul banco, rispettiamo le distanze e sanifico due volte al giorno dai pavimenti alle maniglie, passando per i lettori di carte.
Per quanto riguarda l’economia, credo sia ancora in tilt, tanti negozi non hanno ripreso la piena attività, ci sono categorie ancora in ginocchio e questo è molto triste. Molte persone non hanno ricevuto aiuti di nessun tipo e la paura di rimanere di nuovo bloccati in casa, limita le spese “extra“. C’è un leggero ottimismo, ma parlare di ripresa è davvero un pensiero lontano”.
Enzo Musella – Ferramenta Monaco La boutique della maniglia
“La mia attività rientrava nella categoria dei negozi addetti alla vendita di beni di prima necessità, quindi è rimasta aperta. Ho vissuto il lockdown, credo, un po’ come tutti… con la paura di essere contagiato. Il pensiero più ricorrente era: speriamo che passi tutto al più presto e si possa ritornare alla normalità, alla vita di sempre.
Ora, posso dire di lavorare un po’ più serenamente, ma sempre con la guardia alta per paura del contagio, visto che purtroppo il virus gira ancora. I clienti si dividono in due fasce, quelli che non se ne sono mai fregati e con una scusa qualsiasi erano sempre in giro, specialmente le persone più anziane, e quelli che ancora stanno attenti a seguire tutte le indicazioni del governo in materia di sicurezza. Per quanto riguarda le azioni preventive messe in atto, abbiamo sanificato i locali ed evitato di far entrare più di due persone contemporaneamente all’interno del negozio e sempre con la mascherina. Un distributore di igienizzante accoglie ancora oggi all’ingresso tutti i nostri clienti e cerchiamo di mantenere una distanza interpersonale di almeno un metro, aiutati da cartelli e adesivi segnaletici.
In merito al futuro, parlare ora di una ripresa totale dal punto di vista commerciale, mi sembra un po’ azzardato… Noi che viviamo di questo, ci speriamo sempre, ma purtroppo i tempi di una volta non credo torneranno più”.
Ivana Cimmino – Centro ginnastica e ballo Mirage
“La mia attività durante il lockdown è rimasta chiusa. Abbiamo vissuto quel periodo con molta ansia anche perché essendo un’attività sportiva agonistica, il tutto si concentra nel secondo semestre dell’anno sportivo, quindi da gennaio a giugno.
Avevamo in programma un vasto calendario di gare regionali, per poi concludere con le finali nazionali a giugno ed il saggio di fine anno, ma purtroppo è saltato tutto. Questo ha parecchio demotivato noi e soprattutto le nostre atlete, che han perso un intero anno di lavoro. Ora, da inizio giugno abbiamo provato a riprendere e diciamo che al momento mi sembra tutto nuovo e diverso. A questo proposito, ci siamo adeguati alle nuove misure messe in campo dal protocollo delle varie federazioni a cui siamo affiliati oltre alle solite precauzioni: misurazione temperatura, sanificazione giornaliera, igienizzante e registro presenze. Crediamo fermamente in una ripresa totale anche perché rivolgendoci prevalentemente a bambini e ragazzi pensiamo che proprio loro per primi hanno bisogno di un ritorno alla normalità… e lo sport gioca un ruolo importante in questo momento. Credo che pian piano col tempo si possa ritornare più forti di prima. Bisogna per forza pensarla così, almeno ci dà la carica giusta per la ripresa, che speriamo possa avvenire a partire da settembre. C’è chi ha ancora paura e non frequenta la palestra e chi da subito ci ha dato fiducia. Riaprire in questi mesi estivi penso possa aiutare a riportare sulla strada dell’ottimismo chi ancora ha timore”.