di Francesca Attanasio

In questo momento così difficile, dove è più semplice rintanarsi in casa e, decisamente, più comodo starsene al sicuro, dove noia e disinteresse prendono il sopravvento, i ragazzi dell’oratorio hanno scelto di fare piuttosto che starsene a guardare.

Ognuno, con i propri talenti e carismi, con le proprie particolarità e caratteristiche ha scelto di fornire il proprio contributo alla nostra comunità.

C’è chi ha deciso di imbustare mascherine, chi si è dedicato all’organizzazione di un’adorazione, chi alla selezione dei giocattoli da distribuire a bimbi in difficoltà. E, ancora, chi ha realizzato il presepe e chi ha raccolto arance. Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti!

Quest’anno, in parrocchia si era deciso di non allestire il presepe, ma la notizia non è stata presa molto bene dai nostri ragazzi, che hanno così deciso di mettersi in gioco e, armati di pazienza, creatività e colori ne hanno realizzato uno speciale.

“Che Natale è senza presepe? – ha commentato Andrea Colombo, 21 anni – Quest’anno ci penseremo noi!”. Sulla stessa lunghezza d’onda Marika dell’Annunziata, 16 anni, che ha aggiunto: “Lo dobbiamo fare per la comunità” e Giusy Moschera, 17 anni: “Non bisogna perdere la tradizione, il presepe è un simbolo molto significativo per i cristiani”. Della stessa idea anche Chiara Selvaggi, 21 anni: “In quest’anno così particolare non poteva mancare il presepe, anche se più piccolo, ma lo faremo e sarà ugualmente bello. Ricordo quando era piccola, entravo in chiesa per ammirare il presepe e il solo pensiero di deludere i bambini mi faceva stare male, quindi abbiamo deciso di realizzarlo”.

Ma l’oratorio del fare non si ferma al presepe, infatti, nella prima settimana d’avvento alla parrocchia sono state regalate più di 800 mascherine e l’oratorio ha deciso di donarle alla comunità. Così, un gruppetto di ragazzi, un pomeriggio è venuto in chiesa, con tutte le precauzioni, e le ha imbustate. Potrebbe sembrare un gesto banale, ma non lo è. “In questo periodo, ognuno deve effettuare delle scelte – spiega Giovanni Marinelli,  14 anni -. Può decidere se mettersi o non mettersi in gioco. Io ho deciso di farlo aiutando gli altri con un gesto semplice, che può rappresentare una fonte di ispirazione per quelle persone che pensano di essere impotenti davanti a tutto questo. È un esempio affinché ognuno di noi possa con un piccolo gesto aiutare in questa situazione”. Dello stesso pensiero Alessia Fiorentino, 14 anni, Antonella Piccolo, 16 anni e Antonio Iacuzio, 13 anni. “In questo contesto – afferma Alessia – mi reputo una ragazza molto fortunata rispetto ad altre, per questo ho deciso di offrire il mio aiuto. Sembra poco imbustare mascherine, ma non è così, soprattutto i piccoli gesti aiutano ad affrontare le difficoltà. Noi ragazzi possiamo rappresentare un esempio per tutti”. Antonella come Alessia, sottolinea l’importanza dei piccoli gesti “soprattutto perché le mascherine sono un oggetto utile a proteggerci e a sconfiggere il virus”. Antonio dichiara di essere portato per queste attività e dice: “Lo faccio per aiutare chi ne ha più bisogno”.

Vincenzo Candela, 14 anni, ha deciso inizialmente di aiutare per allontanare la noia, perché dopo un certo periodo ci si scoccia a stare a casa “però poi ho capito che nel mio piccolo potevo dare il mio contributo, aiutando gli altri”.

Alcuni di questi ragazzi, come Alessia ed Antonella, insieme a Fabiana Comito, 16 anni, Salvatore Agrillo, 17 anni, Lucia Baiano, 15 anni, Eugenio Sperone 15 anni, hanno aiutato anche ad organizzare l’adorazione eucaristica per i ragazzi delle medie.

Lucia ha dichiarato di essere stata spinta dalla voglia di rendersi utile: “In questo periodo dove tutti si sentono meno protagonisti della propria vita, ho deciso di aiutare gli altri”.

“Ho scelto di organizzare l’adorazione – ha spiegato Antonella – perché sentivo la mancanza di Dio. Per paura, non sempre sono riuscita ad andare in chiesa ed ho pensato che questo potesse essere il modo giusto per avvicinarmi a Dio”.

A Fabiana è piaciuto tantissimo preparare l’adorazione: “Si tratta del momento di preghiera che preferisco, però organizzandola, ho capito anche tutto il lavoro che c’è dietro”.

Marco Pisani, 14 anni, insieme ad Eugenio e Salvatore, invece, ha raccolto e sistemato le arance, che serviranno per produrre la nostra marmellata. Il loro comune denominatore è stato aiutare gli altri divertendosi, e proprio grazie a loro è emersa la testimonianza più bella, quella di Alfonso Monte, 15 anni, di Pianura. Da una quindicina di giorni fa parte del nostro oratorio. Ne aveva sempre sentito parlare bene ed è venuto a farci visita trovando di più del previsto: “Ho conosciuto splendide persone, molto simpatiche – spiega Alfonso – . È bello stare qui, aiutiamo gli altri divertendoci”.

I ragazzi più grandi, Giuliana Monfrecola e Antonio Lombardi, 20 anni, Daniele Amato de Serpis e Federica Monfrecola, 25 anni, si sono poi impegnati nella raccolta, sistemazione e igienizzazione dei giocattoli da consegnare per Natale ai bambini meno fortunati. “Ringraziamo tutti coloro che hanno donato i giochi, ne sono arrivati tantissimi – racconta Federica –. Anche causa Covid, in questa situazione economica non buona per tutti, dobbiamo permettere almeno ai bambini di essere felici. E, in questo modo, riusciremo a portare il sorriso in tutte le case”. “Mi piace – afferma Giuliana – mettermi al servizio degli altri, soprattutto dei più piccoli”.

Alla domanda perché aiuti in parrocchia, Daniele risponde: “Non voglio starmene a casa, mi muovo per la comunità”.

Queste sono sole alcune delle testimonianze dei nostri magnifici ragazzi, che in tempo di avvento hanno deciso di mettersi in cammino, trasformando questo periodo tanto particolare, in un tempo gioioso. Complimenti ragazzi!

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