Alzi la mano chi non ha mai sognato un sorriso da celebrity con denti bianchissimi e senza difetti. Desiderio, che potrebbe realizzarsi, anche in tempi piuttosto rapidi, grazie all’applicazione di faccette dentali, come ci spiega la Dottoressa Berenice Bassano del Centro Odontoiatrico Bassano di via Servio Tullio 101.
Dottoressa, a cosa servono le faccette?
A migliorare l’estetica del sorriso e correggere eventuali difetti di forma, colore o posizione dei denti.
Come “agiscono”?
Sono presidi protesici estetici, minimamente invasivi e conservativi, che prevedono la possibilità di limare pochissimo lo smalto dentale non interferendo in alcun modo con la struttura e la resistenza dei denti. Si tratta di sottilissimi gusci in ceramica (fino a 0,5 mm) applicati con cementi adesivi sulla superficie esterna dei denti stessi.
Molti pazienti che si rivolgono ad un odontoiatra con finalità estetiche, talvolta, risultano indecisi tra l’applicazione di faccette o uno sbiancamento in profondità…
Beh, lo sbiancamento dentale agisce solo sul colore ed è meno invasivo rispetto alle faccette che, in quanto protesi, agiscono sulla forma del dente. Queste ultime permettono, infatti, di correggere anomalie di forma e volume (chiusura di triangoli neri interdentali e diastemi o denti conoidi), pigmentazioni e discromie, così come macchie da nicotina e/o caffeina, restauri in composito ingialliti, mal posizioni dentarie e difetti congeniti dello smalto (fluorosi, amelogenesi imperfetta), conferendo armonia e pienezza al sorriso. Inoltre, le faccette consentono di ripristinare le corrette funzioni di guida occlusale dei denti, allungando i margini fratturati o usurati a seguito di bruxismo.
È vero che per realizzarle è possibile avvalersi di pratici scanner?
Sì, si utilizzano per rilevare l’impronta in modo digitale, senza paste o materiali da impronta né portaimpronte, che spesso risultano ingombranti e poco confortevoli per i pazienti. Gli scanner intraorali sono telecamere ad alta risoluzione, che permettono di rilevare la forma dei denti e delle gengive nonché il colore dei tessuti. Il file ottenuto verrà, poi, inviato al laboratorio odontotecnico, che produrrà i manufatti interamente in modo digitale, riducendo i tempi di lavorazione ed ottenendo risultati altamente precisi e predicibili. Successivamente, i modelli di studio verranno analizzati con l’ausilio di software, in grado di simulare anche visivamente il trattamento al computer ancor prima di intervenire in qualsiasi modo sul paziente.
Quali sono i “pro” legati all’applicazione di faccette?
Il principale è, senza dubbio, la minima invasività rispetto a restauri tradizionali come le corone (capsule), che prevedono la limatura di tutto il dente, mentre la preparazione per faccette interessa solo la parte esterna per pochi decimi di millimetro.
I “contro”, invece?
Svantaggi veri e propri, non esistono, se non controindicazioni “relative”. Vale a dire condizioni che possono ridurre o eliminare del tutto la possibilità di realizzare le faccette, come nel caso di denti troppo distrutti, spazi esageratamente ampi o mancanza di denti intermedi. Ma, ovviamente, ogni caso va valutato individualmente e con un approccio multidisciplinare.