Sulla copertina del libro “Che vi siete persi…”, scritto da Bagni e Giordano
la Fiat 124, trasformata da Vincenzo Cocozza, Lello Esposito e Gino Rocco
di Tommy Totaro
Sembra ieri. Eppure, sono trascorsi già 35 anni dal primo scudetto del Napoli. Una vittoria, che rimarrà impressa per sempre nella mente e nei cuori dei tifosi azzurri. A ricordare le prodezze e le emozioni legate a quel magico momento, da pochissimo, è approdato nelle librerie “Che vi siete persi…”, edito da Sperling&Kupfer, scritto a quattro mani da Salvatore Bagni e Bruno Giordano, due dei protagonisti di quella grande avventura, assieme all’indimenticato Diego Armando Maradona e ad un altro gruppo affiatato di giocatori.
A colpire, oltre al racconto, la foto di copertina, che riporta, inevitabilmente, al nostro quartiere. A stagliarsi su fondo bianco, sono difatti due auto, una delle quali passata alla storia, vista e rivista sui giornali e nelle tv di mezzo mondo. Si tratta di una Fiat 124, trasformata per l’occasione, proprio nel nostro quartiere. “La smontammo completamente – ricorda Vincenzo Cocozza dell’omonima carrozzeria di II traversa Epomeo -, per farci entrare più persone possibili… circa 18. Lasciammo solo il sediolino della guida. Per realizzarla impiegammo un mesetto. Rivederla ora, sulla cover di quel libro, è stata una forte emozione, come tifoso e non solo. Anche perché di quell’auto, ormai, rottamata, rimane soltanto qualche sirena conservata per ricordo. Comunque – continua – anche per il secondo Scudetto del Napoli modificammo una macchina, una Ford, che ospitò una ventina di persone. In caso di un terzo primo posto, però, non credo lo rifarei. Erano altri tempi, altre emozioni, un altro calcio. E poi c’era Diego. A pensarci, ancora mi commuovo. Dopo di lui, non sono più andato allo stadio”.
Altri artefici di quell’autentica auto tutta azzurra, con tanto di scudetto e tricolore, sono stati il verniciatore Lello Esposito e Gino Rocco, immortalato in primo piano anche nella foto di copertina del libro: “L’idea di trasformare quell’auto – spiega Rocco – nacque spontanea, per cercare di farci entrare quanti più amici possibile e festeggiare tutti insieme. Essendo un fabbro, pensai subito di tagliare il tetto e rinforzare le porte, così da renderle fisse. Diciamo, che dopo la prima, ci prendemmo gusto e quella per il secondo Scudetto, arrivò d’istinto. In caso di una terza vittoria? Lo rifarei, anche se non sono più giovane come al tempo. Mi piacerebbe mettermi nuovamente in gioco”.