VINCENZO LONGOBARDO, IL FISIOTERAPISTA AZZURRO
Soccavo è orgogliosa di avere dato i natali al professionista, la cui collaborazione è preziosa per i nostri beniamini sportivi
Soccavo continua a sfornare talenti, apprezzati in tutte le professioni. Come Vincenzo Longobardo, virtuoso fisioterapista sportivo, in grado di rimettere in senso tanti campioni, tra i quali i calciatori della SSC Napoli. Noi che non siamo sportivi professionisti ne approfittiamo, comunque, per fargli alcune domande.
Qual è la patologie più frequenti?
La lombalgia, senz’altro. Più comunemente è conosciuta con il nome di “mal di schiena”, ed è uno dei problemi di salute più comuni dei nostri giorni. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità essa rappresenta addirittura la prima causa di disabilità al mondo.
Dunque, ne soffre una parte considerevole della popolazione?
Da un punto di vista statistico, l’80% della popolazione presenta almeno un episodio di mal di schiena lombare durante la vita e il 60-70% di questo va incontro a fenomeni di recidiva entro un anno dal primo episodio. La lombalgia interessa uomini e donne in egual misura, insorge più frequentemente tra i 30 ed i 50 anni d’età e comporta altissimi costi individuali e sociali.
Come si spiega?
La sua diffusione a macchia d’olio viene spesso correlata al cambio di quelle che sono le abitudini sociali, gli stili di vita e l’aumento della sedentarietà. Tra i fattori di rischio principali, infatti, ritroviamo l’abitudine ad assumere posture scorrette, obesità, sollevamento di oggetti pesanti in modo sbagliato, materasso troppo morbido, sedentarietà, eccesso di pratica sportiva o sua totale assenza.
Quanti tipi di mal di schiena esistono?
Esistono quattro tipi di mal di schiena diversi, ognuno dei quali ha decorso e trattamento specifico. Acuto, che può durare fino a 30 giorni e quasi sempre si risolve spontaneamente o con l’ausilio di terapie farmacologiche sintomatiche. Sub-acuto, che ha una durata che varia dai 30 giorni ai tre mesi e subentra nel momento in cui la fase acuta non riesce a risolversi a causa di alcuni fattori che provocano la persistenza del dolore. Anche questa forma può regredire spontaneamente oppure andare incontro alla cronicizzazione. Cronico, che può durare dai tre mesi in poi e rappresenta la risultante delle due fasi precedenti in cui la disfunzione fisica, combinata con il circolo vizioso dei fattori fisici, sociali, psicologici e comportamentali, ne rendono più complicata la risoluzione. Infine, Secondario che si verifica a causa di una patologia specifica e rappresenta quello più raro.
Quali sono le cause?
Nella maggior parte dei casi alla base del mal di schiena lombare c’è una causa meccanica. Nella lombalgia meccanica il dolore deriva da un uso eccessivo o da una stimolazione abnorme di una determinata struttura anatomica, quale muscoli, legamenti, fasce e radici nervose spinali, ma può anche essere secondario ad un trauma oppure ad una deformità di una di queste strutture. Le cause più comuni sono le lesioni muscolo-legamento ed i processi degenerativi legati all’età, come l’artrosi. Soltanto nel 3% dei casi, invece, il dolore lombare è di natura infiammatoria.
Come fare prevenzione?
È importante prestare attenzione ad alcuni piccoli dettagli della nostra vita quotidiana che faranno la differenza nel prevenire problematiche di mal di schiena lombare. Sollevare dei pesi: è importante piegare bene le ginocchia e non la schiena, portare indietro il bacino e sollevare usando le gambe e facendo attenzione a non ruotare il tronco. Restare seduti: bisogna scaricare quanto più possibile sullo schienale il peso della schiena senza rilassarsi completamente in posizione semisdraiata. Guidare: attenzione a mantenere una distanza dai pedali che permetta di appoggiare il bacino allo schienale. Piegarsi in avanti: ci sono varie opzioni per potersi flettere anteriormente in sicurezza tra cui adottare la posizione dello schermidore con un affondo, piegando in avanti o di lato, appoggiare il bacino ad un ripiano o a un muro oppure appoggiare tutta la schiena contro una parete o un altro sostegno. Praticare regolarmente attività fisica, stretching ed esercizi di mobilità nelle giuste dosi.