Tra di essi ci sarebbe un’ampolla, tradizionalmente associata al Graal che avrebbe custodito alcune gocce del sangue di Gesù
di Ginevra De Matteis
Il Santo Graal potrebbe essere passato da Soccavo? Sembra essere questo l’esito degli ultimi studi sulla croce di Piperno, la reliquia che si trova all’incrocio del quadrivio tra via Scherillo e via della Maratoneta. Il monumento fu innalzato nel 1613 ed è lo stesso nome “Soccavo” ad avere un forte legame con il Piperno: il nome infatti deriva dal termine Sub cava che in latino identificava il punto di estrazione di una roccia magmatica, il Piperno appunto. La croce, opera firmata da Iunus F., potrebbe rappresentare il Graal e il suo passaggio per il noto quartiere partenopeo. E il segreto sarebbe scritto nelle decorazioni incise su di essa, a cominciare dalla croce in stile celtico: in alto troviamo lo spirito santo e sulle braccia della reliquia la croce di San Paolo e San Pietro. Sotto ai piedi del crocifisso ci sono i chiodi, il teschio, la corona di spine e una ampolla che farebbe pensare al Graal che tradizionalmente si identifica come una giara all’interno del quale Giuseppe di Arimathea raccolse alcune gocce del sangue di Gesù. In zona operava poi la corporazione dei pipernieri notoriamente dedita all’inserimento di simboli esoterici nelle opere che realizzava. Dunque, questa rappresentazione in pietra lavica potrebbe essere la trasposizione di ciò che passò per Soccavo: un calice dal contenuto sconosciuto, o quasi.