Abbiamo intervistato Fabrizio e Aurelio Fierro, figlio e nipote del compianto cantante, i quali hanno raccolto la sua eredità artistica. Per chi lo ha conosciuto e per i più giovani che non mancano di apprezzare uno stile senza tempo

di Tommy Totaro

 

Nell’ultima edizione del Carnevalepomeo c’è stato l’omaggio a papà e nonno Aurelio: un concerto in occasione dei 100 anni dalla sua nascita. Che ricordo avete di papà e di nonno Aurelio?

Aurelio: “È stato un nonno meraviglioso, affettuoso e sempre disponibile. Mi portava spesso con lui anche da piccolo a vedere i suoi spettacoli”.

Fabrizio: “Un papà meraviglioso. Il mio cuore è, e sempre sarà, pieno di lui”.

 

Il nonno partecipò a sei Festival della canzone italiana di Sanremo (1958, 1959, 1961, 1962, 1963 e 1964) e a diverse edizioni del Festival della canzone napoletana, del quale vinse cinque edizioni (1956-58-61-65-69).

Aurelio: “Oggi sarebbe impossibile fare quello che hanno fatto mio nonno e tutti i cantanti dell’epoca. Ma il mondo della musica è cambiato profondamente”

Fabrizio: “Papà prese parte anche a varie edizioni di Canzonissima, ottenendo la vittoria nell’edizione del 1957, chiamata Voci e volti della fortuna, con il brano Scapricciatiello. Era un cantante senza confini”.

 

Eppure, nutriva un amore sconfinato per il suo popolo di Napoli?

Aurelio: “L’amore che nutriva per Napoli era immenso pur essendo nato e cresciuto a Montella in provincia di Avellino. Era fiero delle sue origini irpine”.

Fabrizio: “Ci tengo a precisare che la Canzonissima che vinse papà, quella del 57/58, fu anche la prima trasmessa in televisione. Confermo che papà amava la sua gente e ne era riamato”.

 

Una delle sue canzoni più note è ‘A pizza, scritta da Alberto Testa e presentata al Festival di Napoli 1966, in coppia con Giorgio Gaber. Solo un uomo dalla personalità come la sua poteva stare sullo stesso palco con un artista altrettanto noto e amato come Gaber. Scintille di meravigliosa arte. Vi ha raccontato qualche particolare di quella sua esperienza?

Aurelio: “Che io sappia, dai racconti che mi ha fatto di quella esperienza, si divertirono molto”.

Fabrizio: “Nel 1966 Gaber non aveva ancora raggiunto alti livelli di popolarità, proprio per questo la sua casa discografica lo volle accoppiare a nonno per avere la possibilità di raggiungere un pubblico più vasto”.

 

Come era con nipoti nonno Aurelio?

Aurelio: “Come ho già detto in precedenza era un nonno sempre disponibile al gioco ed alla condivisione ed i viaggi con lui sono il ricordo più bello che porto sempre con me”.

Fabrizio: “Condivido la riposta di mio figlio. Papà era esattamente così”.

Aurelio Fierro (nipote) mentre legge il nostro articolo in versione cartacea (Giugno 2023)

 

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