Da Soccavo a Marseille, sulle ali della musica, con il polistrumentista, Marco Amoroso

di Tommy Totaro

Napoletano, ma dallo spirito cosmopolita, Marco Amoroso, virtuoso artista originario di Soccavo, ha da poco dato forma e ritmo ad un progetto unico, “battezzato” BassMark Colectivo, che gli sta già regalando grandi soddisfazioni anche a livello internazionale.

 

Marco, cos’è il BassMark Colectivo?

Un progetto da solista polistrumentista, che prevede un live set in cui suono circa 5 strumenti acustici, più altri elettronici. Il tutto basato su una produzione della quale sono sia compositore, che strumentista. Naturalmente, per gli strumenti che non suono o per cui desidero un valore aggiunto, che non saprei dare, mi avvalgo di collaborazioni.

 

Come ti è venuta l’idea?

Tutto è nato perché non riuscivo a formare un collettivo con vari strumentisti, che mi soddisfacesse a pieno, forse, anche perché non ero in grado di trasferire loro la mia idea di sound. Ho deciso così, che fosse il caso di fare da solo.

 

Che strumenti suoni?

Principalmente cinque: percussioni varie, basso, contrabbasso, violoncello e chitarra. A breve anche il sassofono, che ho approcciato da poco.

Quali sono le principali difficoltà incontrate nel suonare tanti strumenti?

Beh, sicuramente lo “switch” necessario tra le varie tecniche, le accordature e le posizioni. Insomma, è come essere poliglotti. Bisogna pensare ogni volta nella “lingua” di quello strumento.

 

Qual è stato il primo strumento al quale ti sei approcciato?

Ho iniziato col basso elettrico a 13 anni, poi, ho cominciato a studiare contrabbasso classico al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli e man mano sono arrivati gli altri strumenti.

 

Anche la voce, in questo progetto assume un valore fondamentale…

Di solito uso la mia voce per fare “Bit Box” o alcuni cori, ma più spesso ancora per cantare attraverso uno speciale microfono midi, che mi consente di simulare tramite il computer qualsiasi strumento io voglia, con una notevole fedeltà.

 

Firmi musica particolare. Dove è possibile ascoltarla?

Su tutte le piattaforme digitali sono già disponibili i miei 3 inediti, che a breve diventeranno 5. L’album si chiama Mediterraneo, come l’omonimo brano, ed è un viaggio musicale nel “Mare Nostrum” attraverso dei luoghi, che a mio avviso ne identificano le caratteristiche.

 

 

È vero che dopo due giorni dall’uscita del tuo video Mediterraneo, sei stato contattato da un’importante start up americana?

Si verissimo! Gli stessi che hanno creato Pandora. Mi hanno chiesto di fare concerti sulla loro piattaforma, vista la peculiarità del mio progetto e del suo sound.

 

Il pubblico italiano, secondo te, è più o meno attento al genere musicale che proponi?

Dalle statistiche di ascolto di Spotify, si denota un’ottima attenzione degli italiani alla mia musica, ma sicuramente è più apprezzata all’estero.

Ci parli del tuo prossimo brano “Procida”? È giù uscito?

Il brano è pronto e sarà la mia visione di questa magnifica isola, “Capitale italiana della Cultura 2022”, ma anche della mia terra tutta.

Abbiamo già girato il videoclip, che è in fase di montaggio. Girare a Procida è stata un’emozione lunga 24 ore con tante persone speciali, in particolare amici del luogo, che mi hanno aiutato a fare un lavoro che sto amando sempre più.

Quando sarà possibile ascoltarti live?

Ci sono tante cose in ballo. Seguite i miei social (instagram / facebook), pubblicherò a breve tutte le date!

 

A cosa stai lavorando in questo periodo?

Al brano successivo a “Procida”, che si chiamerà “Marseille”. Ne sono innamorato… Sto lavorando giorno e notte su quello che è il porto più a nord del Mediterraneo. Spero di riuscire a tirare fuori tutti i suoi profumi, i suoi odori e il suono dei popoli, che l’hanno attraversata.

 

Il tuo sogno nel cassetto?

Girare il mondo con il mio “Colectivo”.

Marco Amoroso mentre legge l’intervista sul nostro Soccavo Magazine 

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