di Antonio Marinaccio

Ha rappresentato la casa del Napoli dagli anni ‘70 fino al fallimento del 2004. Ha ospitato campioni del calibro di Krol, Giordano, Careca, Zola, Ferrara e Cannavaro, oltre che Maradona, naturalmente. Ha rappresentato la sede sociale del club, il fortino che custodiva i due scudetti, la Coppa Italia, la Supercoppa Italiana e la Coppa Uefa vinti nei sette magici anni di Diego all’ombra del Vesuvio. Un luogo magico ricordato con grandissimo affetto da chi ha avuto la fortuna di viverlo. Il Paradiso di Soccavo oggi, però, somiglia più ad un inferno. Sono ormai passati sedici anni dall’ultimo allenamento sostenuto dagli azzurri nel centro sportivo voluto e finanziato da Corrado Ferlaino.

 

La struttura è stata praticamente abbandonata fin da subito al proprio triste destino. Del terreno di gioco non resta ormai più nulla se non una distesa di erbacce: una porta è stata rubata, l’altra invece è ormai totalmente avvolta dalla vegetazione, così come gli spalti e la scritta “Società Sportiva Calcio Napoli S.p.A”, posta all’ingresso della sede sociale. Sono stati inoltre trafugati gli infissi degli uffici, delle camere d’albergo che ospitavano i calciatori in ritiro e degli spogliatoi. Quel che resta è soltanto il degrado. La struttura negli anni è divenuta un ricovero per senzatetto e tossicodipendenti. Valicando il cancello azzurro, posto all’ingresso del centro sportivo, lo spettacolo che ci si trova di fronte è raccapricciante: un mare di siringhe, rifiuti di dubbia provenienza, tombini aperti, materassi usati dai clochard, bottiglie vuote di vino o birra e cocci di vetro, tracce di falò probabilmente appiccati dai senza fissa dimora per sfuggire al freddo dell’inverno.

Eppure, con un pizzico di immaginazione, è ancora possibile fantasticare sulle magie che Maradona offriva ai fortunati spettatori che affollavano Soccavo il giovedì, in occasione dell’allenamento a porte aperte. Quel che è certo è che, a prescindere da tutto, il Centro Sportivo Paradiso è rimasto nel cuore di tutti i tifosi napoletani. Sono molte, infatti, le iniziative nate negli ultimi anni per denunciare le condizioni in cui versa la struttura. Nel 2019 su Facebook e su Instagram è nata anche una pagina, chiamata proprio “Centro Paradiso”, in cui tanti tifosi condividono ricordi ed aneddoti legati alla struttura, oltre a varie idee su come riportarla in uno stato decoroso. Ha così preso forma anche l’omonimo comitato, composto da ragazzi di Soccavo, ma non solo, uniti dalla voglia di dare una nuova vita al campo. A fine novembre 2020, in seguito alla morte di Diego Armando Maradona, la “questione Paradiso” è stata finalmente attenzionata da parte di media ed opinione pubblica. Per i ragazzi del comitato sono arrivati anche risultati importanti: interviste rilasciate a televisioni e testate nazionali ed internazionali e incontri con l’Assessore allo Sport del Comune di Napoli, Ciro Borriello, e con il Consigliere Regionale, Pasquale Di Fenza. La Regione Campania, in particolare, si era inizialmente mostrata interessata all’acquisto della struttura. Si era parlato, ad esempio, dell’idea relativa al project financing, ossia il finanziamento di un progetto che avrebbe dovuto generare in fase di gestione dei flussi di cassa (“cash-flow”) sufficienti a risanare il debito contratto e a remunerare il capitale a rischio. La struttura sarebbe stata affidata chiaramente ad un privato. Era anche previsto un tavolo di fattibilità, ma come spesso accade è bastato poco a far sì che l’interesse e l’attenzione nei confronti dell’ex centro sportivo andassero via via scemando. Ad oggi, infatti, la situazione non è cambiata di una virgola rispetto al passato e sembra difficile che il nodo possa realmente sciogliersi, a questo punto. L’idea dei ragazzi del comitato è quella di costituire un’associazione: l’Associazione Centro Paradiso, appunto. Un’associazione che persegua fini solidali, sociali, culturali e sportivi, con particolare attenzione alla riqualificazione delle periferie napoletane. Anche se l’obiettivo principale resta naturalmente quello riportare il centro sportivo in uno stato di decoro, restituendolo al quartiere e in generale alla città, agli abitanti, ai tifosi. Appropriarsi della struttura rappresenta indubbiamente una missione molto difficile, ma non impossibile a priori. Il sogno dell’associazione, che non vuole più vedere il Paradiso in questo stato, ma possibilmente neanche nelle mani di un privato, sarebbe quello di attuare l’azionariato popolare, come già fatto dai tifosi del Torino per riqualificare lo storico Stadio Filadelfia. Ogni napoletano potrebbe, dunque, partecipare attivamente alla rinascita del campo in cui si è allenato il Napoli di Maradona. Per il momento è solo un bellissimo sogno, ma qualcosa finalmente inizia a muoversi e l’associazione è ormai prossima alla fondazione.

 

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