La 21enne, Chiara Selvaggi si occuperà della produzione di miele e marmellate

di Francesca Attanasio

 

 

“La speranza non è per nulla uguale all’ottimismo. Non è la convinzione che una cosa andrà a finire bene, ma la certezza che quella cosa ha un senso indipendentemente da come andrà a finire”. Con questa frase di Vàclav Havel, don Enzo Cimarelli, direttore dell’oratorio salesiano san Domenico Savio di Soccavo, ha presentato il secondo segno di speranza della nostra parrocchia: la firma del primo contratto di lavoro da parte di una nostra ragazza.

Dopo la santa messa in onore di san Giovanni Bosco, proprio nel giorno della sua festa, Chiara Selvaggi, 21 anni, ha firmato il suo primo contratto.

Molto emozionata, ma altrettanto felice, dopo i vari ringraziamenti ha subito mostrato di puntare in alto per quanto riguarda gli obiettivi: “Sono sicura – ha spiegato la giovane oratoriana –  che sarà una bella esperienza. Non vedo l’ora di iniziare perché ho in mente tante idee da realizzare. Sono certa che questa collaborazione porterà molti frutti”.

Da sempre impegnata nel nostro oratorio, Chiara da pochi giorni ha terminato il servizio civile nella nostra parrocchia. Soccavese dalla nascita, ha sempre dimostrato talento per la cucina  e si dice entusiasta per questa nuova avventura.

Al termine della santa messa, presieduta da don Gennaro Pagano, direttore della fondazione  Ced (centro educativo diocesano), Chiara ha firmato il contratto con Cristian De Simone, presidente della cooperativa Regina Pacis e vicedirettore della fondazione  Ced.

“La cooperativa Regina Pacis nasce nel 2016 – spiega Cristian – per dare una speranza a chi è emarginato. Da quel momento ad oggi abbiamo avuto la forza di assumere 13 ragazzi. Ora abbiamo deciso di osare. Diamo un altro segno di speranza assumendo una ragazza della Parrocchia Santi Apostoli Pietro e Paolo nella nostra cooperativa per l’avviamento al lavoro e la produzione di miele e marmellate”.

Il nostro oratorio sta ripercorrendo la strada di don Bosco, che fu il primo a far firmare il contratto di apprendistato ad un giovane falegname nel 1852. La firma del primo contratto di lavoro è un segno molto importante in questo tempo di crisi e tutti noi speriamo che sia solo l’inizio.

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