di Francesca Attanasio

Il primo novembre, si festeggiano i Santi del calendario… e non solo. Santi, infatti, non sono solo quelli segnati sull’almanacco, ma tutti coloro che si salvano per meriti di Gesù: i poveri in spirito, i mansueti, i giusti, i misericordiosi, i puri di cuore, i perseguitati. Il 31 ottobre è la vigilia di Ognissanti, meglio conosciuta con il nome Halloween, letteralmente “hallows”, santi e “een”, vigilia. Perché si sa, le grandi feste iniziano sempre con una vigilia. Basti pensare a quella di Natale o al sabato santo, che precede la domenica di Pasqua. I cristiani inventarono la festa dei santi e la successiva commemorazione dei defunti, che ricade il 2 novembre, per celebrare la vittoria sulla morte. Quindi halloween ci ricorda che la vita eterna esiste e che tutti i nostri defunti, ma soprattutto i santi, ci accompagnano ogni giorno con la loro dolcezza. Cristo ha vinto sulla morte e sul diavolo, inteso come oscurità. E questo è il significato della vigilia della festa dei santi, stravolto da una logica consumistica e irrazionale. Circa 30 anni fa, infatti, gli americani capirono di poter sfruttare questa ricorrenza, facendola diventare una miniera d’oro: un carnevale autunnale all’insegna di zucche di plastica, maschere e vestiti, con introiti raddoppiati per i venditori. L’economia consumista ha avuto la meglio e, in nome dei morti e di satana, si è inventata la notte delle streghe viventi, che di santo non ha nulla. Si tratta di una notte in cui i vivi travestiti possono camminare in mezzo agli spiriti: di qui una serie di leggende, che invadono internet. Come quella di Jack O’Lantern, con Jack che naviga con il suo lumino in attesa del giorno del giudizio, simbolo delle anime dannate. Molti però, per fortuna, cercano di riportare la vigilia di Ognissanti alla normalità, con adorazioni notturne o feste dei santi, dove i ragazzi si travestono dal santo da cui prendono il nome. Oppure si richiama la tradizione lanciata da don Bosco ovvero il trekking santo, caratterizzato da passeggiate ad alto valore educativo. Lo scopo era quello di far conoscere ai ragazzi realtà diverse dalla propria, rendendoli cittadini del mondo. Il 2 novembre, ad esempio, don Bosco era solito portare i giovani a far visita al cimitero. Il nostro don Bosco, don Vincenzo Cimarelli, ha ripreso quest’usanza accompagnando i ragazzi dell’oratorio San Domenico Savio di Soccavo in visita al camposanto del quartiere.

Iscriviti per ricevere un'email ogni volta che viene pubblicato un nuovo articolo

Controlla la tua casella di posta o la cartella spam per confermare la tua iscrizione

Condividi.
error: I contenuti del sito sono protetti!
Exit mobile version