La prima parte della storica pellicola di Luciano De Crescenzo comprende la telefonata della signora “Anna da Soccavo” che fa una dedica molto particolare
di Tommy Totaro
E’ una rappresentazione della città di Napoli e in particolare del quartiere Soccavo quella protagonista del film di Luciano De Crescenzo “Così parlò Bellavista“. L’incipit della pellicola , infatti, parte da una telefonata di Anna da Soccavo allo speaker di “Radio Secondigliano City” che dedica la canzone “Mammà addò sta” alla madre e ad almeno altre 30 persone che comprendono il circondario residenziale della sua zona.
Nello spaccato della città il tassista racconta grosso modo al suo cliente milanese, quella che è Napoli, almeno all’epoca in cui il film è stato girato: il traffico, gli ingorghi, le poesie di Salvatore Di Giacomo, i vigili urbani assenti, la salita sul marciapiede con l’auto, l’offerta del caffè come rimedio a quello che sembra essere una realtà senza soluzione, a partire dal traffico impazzito.
E all’uomo d’affari venuto dal Nord e “sbarcato” a Capodichino tocca ascoltare anche una poesia di Di Giacomo recitata dal tassista, tra le bestemmie inferte agli automobilisti indisciplinati che gli danno del filo da torcere.
E in quel traffico senza possibilità di fuga si avvicina all’auto il “classico” venditore abusivo che vuole rifilare al malcapitato avventore dei finti orologi.
L’ingorgo, ormai non risolvibile, da un certo punto di vista, però, non è così negativo: il tassista esperto della città partenopea, infatti ferma il tassametro, parcheggia sul marciapiede e decide che è arrivato il momento di offrire un caffè al suo cliente milanese che, sconcertato, si ritrova in una condizione per lui alquanto parodossale, a cui non è per niente abituato.